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al testo di Emilia Filocamo
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Mi consumo e non vedi: ho meno fiato del moccolo raso dalla fiamma al suolo. E tutti questi oscuri che ridono nella stanza accanto, tutti questi corpi che fanno rumore di forchette ed impattano, asce di cacciatori primordiali, tutti questi che vivono e sono contenti del pollo ben cotto o disossato, della polvere debellata con un push e della pasta in ebollizione quanto del dito impertinente nello schiocco, per tutti questi, che fortuna, non sapere il mio finire. Mi consumo e, come loro, anche tu non sai la mia notte dura quanto l'inferno, mentre vado a spasso fra le scintille nel latte della notte. La notte ferma, mucca veggente con le mammelle fuori gabbia: grassi, bui, trofici, gaudenti bocchettoni, maschere ossigeno per soffocarmi, con l'ombra -giugno della tua bocca, il sonno. |
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